ImagO: Incontro con Maurizio e Giorgio Galimberti

Incontreremo Maurizio e Giorgio Galimberti…

di Mosé Franchi

“Incontreremo Maurizio e Giorgio Galimberti, insieme; padre e figlio uniti dalla medesima passione e professione: la fotografia.

L’arte dello scatto raramente ha accomunato esplicitamente il genitore con il proprio erede, come invece è successo in altri ambiti: letteratura (Monaldo e Giacomo Leopardi), musica (Leopold e Wolfgang Mozart o più recentemente Fabrizio e Cristiano De André). Lì però emergevano atteggiamenti educativi, comportamentali, di studio, che poco hanno a che fare con la fotografia, maggiormente libera e trasversale: individuale, potremmo dire, relazionale per quanto attiene alla prossimità.

Ne parleremo con in due autori, che comunque racconteranno, mostrandoli, i loro lavori: il mondo Polaroid, da un lato, ‘L’architettura umana’ dall’altro

La riflessione, però, riguarda noi tutti, perché spesso la fotografia risulta ereditata o almeno suggerita da un’altra persona. E lì, oltre ai genitori, saltano fuori lo zio compiacente o l’amico appassionato a sua volta. Ecco che le domande vagano altrove, alle fonti d’ispirazione, agli aiuti, alla scoperta occasionale di uno strumento da possedere appieno. Potremo parlarne a lungo, con Maurizio e Giorgio, due interpreti differenti per età, generazione, utilizzo dello strumento, accomunati però dalla stessa passione.

Verranno messi a confronto, entrambi, per la prima volta e cercheremo di sapere tutto, anche ciò che non è stato mai detto. Del resto, la fotografia è sempre un mistero da svelare.”

Maurizio Galimberti: mauriziogalimberti.it

Giorgio Galimberti: giorgiogalimberti.it

ImagOrbetello - Incontro con Maurizio e Giorgio Galimberti

Toni Thorimbert - No Comfort Zone - Imago 2022

Toni Thorimbert: tonithorimbert.com

ImagOrbetello - No Comfort Zone

C’era un ragazzo che come me...

di Mosè Franchi.

"È una storia di periferia, quella di Toni Thorimbert. Già ci immaginiamo i palazzoni, i prati spelacchiati, i bambini (tanti) evitati dal benessere e messi alla prova dalla terra di confine. “C’era un ragazzo, che come me” diventa quindi un ritornello di molti, per coloro cioè che lo hanno incontrato nelle giornate vuote di fuori città: tra bande, ragazze, bar, pericoli. Eppure ci piace pensare che quegli anni abbiano formato, soprattutto fotograficamente, lo sguardo di Thorimbert e che lui stesso sia riuscito a completare l’inquadratura della periferia con tutto ciò che mancava.

Ecco che allora il “fuori città” diventa un valore, almeno per alcuni; un vero laboratorio d’idee, messe a confronto con il limite, col bene o il male, con la vita, ma anche con il pericolo. Non solo, la periferia di vie ne un’anticamera, una via d’accesso per un luogo migliore: dove sviluppare quel linguaggio fotografico diventato più preparato e consapevole.

“C’era un ragazzo”, dicevamo, ma i valori staminali sono rimasti; tra questi: il gioco dei limiti e il rispetto, per la fotografia soprattutto. L’immagine e la sua costruzione richiedono tempo, metodo, dedizione: questo perché scattare è un gioco a levare che completa, restituendo una realtà piccola rispetto a quanto si vede. “C’era un ragazzo” che però ha conservato tutta la sua coerenza: prima nel reportage, poi nel ritratto, fino alla moda. Questo vuol dire dettare le proprie regole, con coraggio: facendo di ogni genere il proprio, sempre nell’ottica del levare completando. 

“C’era un ragazzo”. Ma di strada ne ha fatta: dai televisori sempre accesi, fino al mondo delle star. In mezzo però ci sono stati i film di Bunuel, Altman, Antonioni; ed anche quella macchina fotografica gigantesca, dietro la quale inchinarsi quasi in un rito.

“Un fotografo non partecipa, guarda soltanto”, ci dice, eppure alle volte sembra invadere, entrare nell’atmosfera, farla propria. Non è il soggetto, quello che cerca, perché lo sta costruendo nell’inquadratura stessa. Desidera solo andare oltre un limite già raggiunto: davanti a un 300 mm o dietro un 24; come in quei prati d’un tempo, dove era difficile mettere ordine tra il niente ed il nulla.

“C’era un ragazzo che come me amava Avedon e Klein”. La sua è una storia di vita, ma anche una via percorribile. È bello anche questo, e che di mezzo ci sia la fotografia".

Mostra "Ritratti: Racconti di Relazioni Umane" di Andrea Boccalini

La destinazione naturale dei grandi scatti è la stampa.

ImagO 2022 - Andrea Boccalini - In stampa la mostra Ritratti: Racconti di Relazioni Umane

Printing is the natural destination for great shots.

ImagO 2022 - Andrea Boccalini - Portraits: Tales of Human Relationships

Andrea Boccalini: andreaboccalini.it

ImagOrbetello - Ritratti: Racconti di Relazioni Umane

ImagO 2022

Francesco Cito, Ivo Saglietti, Pier Paolo Cito, Pier Paolo Mittica

Gli arrivi, gli amici, gli ospiti che si fatica a distinguere dagli amici, le corse, le improvvisate, l'improvvisare, le chiamate, i vocali, le docce di 2 minuti netti, i parcheggi che non si trovano, invocare il vento e la sera sperando in un po' di fresco, far tardi davanti a un bicchiere in compagnia di bella gente.

E la fotografia, che bella la fotografia...

Il festival mi mancava, ma non pensavo così tanto.

ImagO: www.imagorbetello.com

Mostra "Zone di Conflitto" di Francesco Cito e Ivo Saglietti a ImagO 2022

La destinazione naturale dei grandi scatti è la stampa.

ImagO 2022 - Francesco Cito e Ivo Saglietti - In stampa la mostra Zone di Conflitto

Printing is the natural destination for great shots.

ImagO 2022 - Francesco Cito and Ivo Saglietti - Conflict Zones

Francesco Cito: www.francescocito.it

Ivo Saglietti: www.ivosaglietti.com

ImagOrbetello - Zone di Conflitto

ImagO: Incontro con Francesco Cito, Pier Paolo Cito, Pierpaolo Mittica e Ivo Saglietti

Francesco Cito, Pier Paolo Cito, Pierpaolo Mittica, Ivo Saglietti: quattro fotografi di fama internazionale, quattro fotografi che fanno parte della storia del fotogiornalismo, quattro fotografi ospiti di ImagO, quattro fotografi il cui lavoro risulta drammaticamente calato nel momento storico che ci troviamo a vivere.

Già: il conflitto, la terra bombardata, ma anche il disastro di Chernobyl nei racconti degli scatti degli ospiti della prima serata per i 10 anni di ImagOrbetello.

Pier Paolo Cito, Francesco Cito e Ivo Saglietti, nella loro straordinaria carriera, sono stati testimoni di guerre e sofferenze, hanno visto e riportato i drammi e le macerie dell’umanità; mentre Pierpaolo Mittica ha reso noto quanto accaduto nel 1986 e definito come la più grande catastrofe tecnologica dell’era moderna: l’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl.

Oggi le loro esperienze tornano estremamente attuali e – non solo in quest’ottica ma anche in quella di raccontare cosa significhi essere un fotografo in certi contesti – ImagO è orgoglioso di poterli portare, riuniti, davanti al proprio pubblico nella serata inaugurale della decima edizione del Festival.

I quattro reporter ospiti della manifestazione, alternandosi negli anni, hanno riempito le sale di Orbetello affascinando il pubblico e mostrando il proprio lavoro con entusiasmo e generosità e a loro va il nostro più sentito grazie.

Un aneddoto della storia del festival è che Pier Paolo Cito fu il primo ospite in assoluto: accettò l’avventura con la curiosità che lo contraddistingue, condividendo con tutti i presenti i propri scatti, la propria esperienza ed il proprio vissuto, dispensando consigli e curiosità in quella che all’epoca era un’idea tra appassionati. Mentre il 22 luglio tornerà, insieme ai colleghi, in quello che è diventato un appuntamento del settore riconosciuto a livello nazionale.

ImagO: Incontro con Francesco Cito, Pier Paolo Cito, Pierpaolo Mittica, Ivo Saglietti

ImagO X - Decima Edizione

Sembra ieri e invece sono 10 anni, sembra incredibile e invece è realtà, sembra una manifestazione come tante e invece è ImagO: il Festival Internazionale di Fotografia di Orbetello, nato da un gruppo di amici e divenuto una consolidata realtà deI settore, che con l’edizione 2022 festeggia il decennale.

Tante le speranze riposte quando era ancora solo un’idea, tanti gli amici, i collaboratori, gli appassionati di fotografia e gli esperti e professionisti di diversi settori che hanno dato il proprio contributo, anno dopo anno. Tanti gli ospiti a cui va un sentito ringraziamento.

C’è chi ha partecipato per una stagione, chi ha messo la pietra miliare, chi è arrivato in corsa e chi ha sempre continuato a lavorare per far crescere il festival. Ma ognuno è stato prezioso e il risultato è una manifestazione che spegne 10 candeline, vanta ospiti di fama mondiale, conta su un pubblico sempre più vasto di fotografi e fotoamatori e ha generato un indotto turistico.

Grazie a tutti coloro che hanno creduto nel progetto, a partire dalle amministrazioni comunali – sia quella che lo ha tenuto a battesimo, sia quella che ha continuato a crederci e supportarlo – gli sponsor e i professionisti che hanno messo a disposizione le proprie esperienze, ImagO ha potuto offrire mostre, corsi, seminari, workshop, letture portfolio, tavole rotonde, presentazioni di libri, conferenze e lectio magistralis.

Quest’ anno alcuni dei grandi ospiti delle passate edizioni del festival torneranno a calcarne le scene, sia per ripercorrere tappe di questo percorso, sia per celebrare una strada che non giunge alla conclusione, ma vuol trovare un nuovo punto di partenza, attingendo anche alla ricchezza del passato.

Il bilancio è sicuramente positivo e la voglia di continuare a scattare e diffondere la passione per la fotografia è sempre la stessa.

Buon compleanno, ImagO!

ImagOrbetello: www.imagorbetello.com